All’ultimo prato | SIME 11962

Scena Sintetica ODV

Raccolta Terminata
Obiettivo:
340,00 €
Raccolto *:
340,00 €

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Raggiungimento obiettivo

100%

Il progetto

La proposta teatrale su Pier Paolo Pasolini porta già un titolo periferico: “All’ultimo prato…”: là dove campagna e città si incontrano in un abbraccio a tratti violento, rapido e lento, inusuale, malinconico; là dove gli anni dell’immediato dopoguerra e quelli della cosiddetta ricostruzione paleoindustriale si spuntano in lande di nostalgia, graffi di futuro, rabbia e illusione, brecce di muri non del tutto crollati e mai risanati in qualcosa di veramente nuovo, in qualcosa di veramente giusto e più umano.
La poesia dolente eppur vera di Pasolini fa da continuo controcanto ad una immaginaria e improbabile inchiesta da parte di un commissario “gaddiano” sulla sua esistenza terrena, sul pensiero e sulla morte, fino all’assassinio del 2 novembre 1975, anzi a partire proprio da quell’evento brutale.
Documenti, lettere, testimonianze, versi, nonché pagine di pura invenzione costruiscono un affresco di storia italiana e di società, di cultura e miseria. Un’umanità senza troppe maschere, ma con molti volti. Insieme allo scrittore muoiono un poco anche le nostre speranze di dare un fondamento solido a quel domani tanto idealizzato, scivolato poi tra le dita di nuove delusioni e sconfitte. I ragazzi di borgata purtroppo hanno perso lo stato di natura…
Ma la vibrante protesta dell’eretico regista e scrittore (di quell’intellettuale così tenace e così gentile, cui nulla fu risparmiato) trova voce nella voce forse più irriverente di tutte: il teatro. Si riapre una breccia, questa volta creativa e audace. E’ il “pianto della scavatrice”, sì, ma anche una più dolce lacrima, un aperto sorriso, un riso amaro, quindi; e poi uno sberleffo in mezzo a verità che sfumano nella finzione e al centro di tanti falsi sussurri che si inchiodano alla vita, che non ci danno tregua, interrogandoci. La periferia della città, nella città si fa perno e inquieta turbolenta notte. L’alba è lontana. Verrà!

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