La comunità bengalese è a fianco degli ospedali

La comunità del Bangladesh c’è. Ed è al fianco del suo territorio, quello bresciano, con la finalità di partecipare concretamente alla raccolta #aiutiAMObrescia.

Nei giorni scorsi la generosità bengalese ha infatti reso possibile una donazione pari a 4.500€ che, sommata ad altre due donazioni da 1.000€ l’una, portano a 6.500€ il totale del prezioso contributo.

«Questa è un’emergenza che colpisce tutti senza distinzione» spiega Saif Uddin Shamim, coordinatore della raccolta. «Per questo abbiamo deciso di rispondere all’appello per supportare la nostra sanità».

La colletta. Saif si è subito attivato per coinvolgere più persone possibile appartenenti alla comunità del Bangladesh e residenti nella provincia di Brescia, riuscendo ad ottenere in poco tempo circa 70 adesioni. «Mi sarebbe piaciuto raggiungere amici e familiari casa per casa per poter raccogliere ancora di più – ammette Saif – ma siamo ugualmente soddisfatti di questo primo risultato». Oltre a numerose donazioni personali, nel totale versato rientrano anche quelle da parte di varie realtà come Greater Comilla Society of Bangladesh Brescia, Shoriotpur shomiti Brescia, Dhaka shomiti Brescia, Moschea al Ummah Bs, Dhaka Club Brescia e Wasco Foods Bs.

Comunità. Saif fa parte di un gruppo di bengalesi giunti in Italia quasi 40 anni fa, mentre i suoi figli sono nati e cresciuti a Brescia. Sottolinea: «Quella bresciana è la nostra comunità, per questo non potevamo esimerci dall’aiutarla in un momento così difficile. Siamo molto sensibili alle tematiche sanitarie e i bisogni emersi sono tantissimi. Per questo abbiamo deciso di offrire il nostro supporto. Se possiamo fare un piccolo gesto per aiutare i nostri ospedali noi non ci tiriamo indietro».

Il passaparola funziona e supera anche i confini della nostra provincia: Saif riceve infatti telefonate dalle comunità bengalesi presenti a Roma e Merano, le quali chiedono consiglio su come destinare i frutti delle raccolte fondi da loro già effettuate.

«Non siamo ancora riusciti a contattare tutti – conclude – per questo non ci fermeremo. Proseguiamo con la raccolta e la sensibilizzazione e spero di poter presto effettuare un ulteriore versamento. Ci è stato chiesto di non muoverci e di restare in casa, ma questo è un modo di attivarci. Vogliamo continuare ad aiutare e ad essere solidali».

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