Assistere a domicilio i disabili gravi

Assistere a domicilio i disabili gravi: la “sfida” vinta della Coop. Soc. Nikolajewka

E’ possibile una vita almeno parzialmente indipendente, in una abitazione autonoma, anche per le persone con gravi disabilità? La risposta, in qualche modo rivoluzionaria, è sì, nel momento in cui si riesce a mettere in campo le dovute attenzioni e accortezze.

E lo dimostrano Bruno e Riccardo, nomi di fantasia ma persone assolutamente reali, ospiti fino al 2015 della Residenza Sanitaria per Disabili gestita dalla Coop. Soc. Nikolajewka a Brescia. E’ proprio dalla loro vicenda infatti, spiegano Massimiliano Malé direttore dei Servizi della Cooperativa e Silvia Ungaro, responsabile del Centro Diurno, che è nata l’idea di sviluppare il progetto “La domiciliarità: una scelta possibile per le persone con grave disabilità fisica”, che Fondazione della Comunità Bresciana ha accolto con convinzione e finanziato.

Bruno ha 60 anni ed ha disabilità motorie gravi. Per 20 anni riesce a lavorare, poi finiscono le condizioni del suo inserimento e deve approdare al Centro Diurno per Disabili, per lui un colpo durissimo poiché sente sancita ufficialmente la sua incapacità. La situazione si aggrava in seguito ulteriormente, perché muore la mamma, con cui conviveva, e deve essere ricoverato in residenza.

Bruno però continua a desiderare di tornare a vivere nella sua casa anche se la sua disabilità è seria. Di qui l’intuizione di chi si occupa di lui: perché non andare oltre le consuetudini e sperimentare qualcosa di nuovo, così da realizzare il suo sogno? La casa di Bruno è vicina alla sede della Nikolajewka, la struttura è sempre aperta in caso di necessità e il progetto, conti economici alla mano, è fattibile. Anzi, viene pure dimostrato all’amministratore di sostegno che se Bruno esce dalla Residenza, frequenta il Centro Diurno e torna a vivere a casa sua può risparmiare abbastanza anche per pagare un assistente domiciliare.

Certo, sarebbe meglio trovare un’altra persone con cui condividere le spese.

Ed ecco che viene individuato Riccardo, 45 anni, una vita difficile alle spalle, ricoverato nella RSD della Coop. Nikolajewka dopo che una mattina è stato trovato in casa, a terra, svenuto. Il colpo alla testa gli ha lasciato danni gravi, da principio non cammina più e le funzioni cerebrali paiono compromesse. Grazie all’assistenza degli specialisti inizia però a migliorare, e, seppur lentamente, recupera le capacità intellettive ed espressive, e migliora anche dal punto di vista motorio. Il carattere di Riccardo cambia di conseguenza, migliora, tanto che lui stesso ritiene che l’infortunio patito, che l’ha reso disabile, in realtà sia stata l’occasione per iniziare una nuova vita. E anche lui desidera tornare ad abitare in una casa.

Di qui la decisione di organizzare la convivenza di Bruno e Riccardo ed esaudire il loro desiderio. Viene ristrutturata la casa di Bruno, si predispone il necessario contratto con un’assistente famigliare presente di notte, di giorno non serve perché frequentano il Centro Diurno, continuano ad essere seguiti dagli specialisti che già si occupavano di loro, risparmiano abbastanza per pagare l’assistente e permettersi una vita dignitosa. E la struttura della Nikolajewka è sempre pronta ad intervenire come back up in caso di urgenze od emergenze.

La fase sperimentale della convivenza di Bruno e Riccardo è ormai conclusa e i due proseguono con successo la loro esperienza di vita autonoma.

Dalla loro storia, dicevamo, è nata la voglia di offrire la stessa opportunità anche ad altri disabili gravi opportunamente accompagnati.

Grazie al progetto “La domiciliarità: una scelta possibile per le persone con grave disabilità fisica” la Coop. Nikolajewka con il sostegno di FCB sta potenziando le proprie capacità di back up degli ospiti, cerca domicili adatti, studia le necessarie ristrutturazioni, appronta piani di sostenibilità economica e tutto quanto può servire per permettere a chi ce la può fare da solo di lasciare la residenza o di ritardare il ricovero, rendendo possibile una vita indipendente ma integrata socialmente.

E’ stato così possibile predisporre un nuovo progetto di vita per Marco, anche questo un nome di fantasia per tutelare la sua privacy, arrivato alla RSD Nikolajewka per gravissime menomazioni fisiche dovute ad ustioni profonde ed estese, di quelle di solito non lasciano scampo. Malgrado il suo aspetto costringa molti ad abbassare lo sguardo, ha una voce bellissima e parlare con lui è così piacevole che in residenza si è fatto molti amici. Grazie alle cure ha recuperato un livello d’autonomia da principio impensabile, abbastanza da permettergli per un anno e mezzo l’inserimento in un appartamento-palestra appositamente modificato in base alle sue esigenze , un luogo dove ha potuto mettersi alla prova. Con l’aiuto degli educatori motori si è compiuto il miracolo e da aprile 2018 Marco vive con un assistente domiciliare in un appartamento in affitto reperito sul mercato privato pagato con la sua pensione. Ha riacquistato tanta fiducia da iscriversi persino all’università.

Altri percorsi personalizzati in questi mesi stanno riguardando anche altri utenti, a conferma di come la Cooperativa Nikokolajewka con i suoi centri si sia evoluta e non sia più solo un luogo di assistenza ma sia diventata un centro smart che si prende cura della vita delle persone a tutto tondo inventando se possibile soluzioni nuove, dove già non esistono.

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